Classe ’74. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, ho conseguito l’abilitazione alla professione e, per un po’, ho seguito la strada che sembrava tracciata.
Ma presto ho capito che non mi bastava progettare spazi: avevo bisogno di abitare le idee, di sporcare le mani di grafite, di stare in mezzo a chi impara.
Architetto per percorso, disegnatore per inclinazione naturale, insegnante per scelta consapevole.
La passione è sempre stata il filo rosso: quella che mi ha spinto a insistere, a cercare, a non accontentarmi.
Ogni volta che entro in classe, mi ricordo perché l’ho fatto.
“Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. […] È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.” (cit.)
Ecco: quel cambio di prospettiva è, da sempre, il mio modo di stare nel mondo.
Nel disegno, nell’insegnamento, nella vita.